Strega della luna, re ragno by Marlon James

Strega della luna, re ragno by Marlon James

autore:Marlon James [James, Marlon]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2022-10-19T12:00:00+00:00


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Sono una donna che ha dei figli.

Sentite, li chiamo per nome. Ehede, Ndambi, Matisha e Lurum sono figli del mio ventre, e Keme, Serwa e Aba sono della donna il cui non nome non viene più pronunciato in questa casa. Keme avrebbe voluto dare un nome ai bambini morti nel bosco, ma ha perso la voce per il dolore quando nessuno di noi è stato in grado di distinguere le femmine dai maschi. Davvero, quell’uomo li piange come se li vedesse morire a uno a uno, e la paura mi blocca, la paura che non mostrerò mai una pena simile per nessuno. La sorella del Re è stata l’unica morta per la quale potevo immaginare di provare tristezza e anche nel suo caso la tristezza non è venuta. La rabbia sì, e la sensazione che gli dèi l’abbiano trattata con cattiveria non mi lascia mai, nemmeno adesso. Ma il dolore? Nemmeno una volta.

Guardatemi, chiamo per nome i miei bambini nel buio quando tutta la casa è andata a dormire. Nel mio letto ci sono Keme e Aba, la più piccola di quella donna, che ha preso l’abitudine di dormire in mezzo a noi e si rifiuta di posare la testa da un’altra parte. Una mattina gli dico che mi sono dimenticata com’è quando ce l’ha grosso e duro, e lui dice, Donna, non puoi dire cose del genere quando ci sono i bambini, il che mi scuote, perché un tempo gli piaceva quella che definiva la mia boccaccia rude. Questa è una bugia, o non è tutta la verità. Non gli è mai piaciuta la mia boccaccia rude, la accettava solo perché era il prezzo da pagare per avermi, ma non faceva di me la donna numero uno. Adesso che sono quella donna vuole che sia più come una madre, e non come quella che ha figliato per lui. Non mi preoccupo di dirgli che in questa casa sono sempre stata l’unica madre. Perciò guardate, mi alzo quando è ancora buio e vado in giro per la casa a chiamare per nome i miei bambini come per registrare che sono ancora lì.

Da quando Yétúnde se ne va Aba, la più piccola dei suoi, ma comunque la terza fra i più grandi, inizia a comportarsi come una poppante. Non ha niente del leone, a parte il fatto che i suoi capelli neri sono lunghi e incolti. Ha la pelle di un colore simile al caffè, come sua madre ma non suo padre, e due buchi in bocca in attesa che le rispuntino i denti. Ben presto, quando dorme da sola prende l’abitudine di mettersi a strillare e di succhiarsi il pollice sinistro quando invece dorme in mezzo a noi. Nemmeno due gorilla robusti potrebbero strapparle il pollice di bocca, e io lo so perché di tanto in tanto la notte ci provo.

Anche Serwa, la figlia maggiore di quella donna, assomiglia a sua madre, ma i suoi modi scaltri sono proprio quelli di suo padre, anche se nemmeno una volta vedo in lei qualcosa di felino.



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